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Decreto ristori. CNA:”Oltre 100mila imprese della ristorazione escluse! Confidiamo che il Governo rimedi con urgenza alla grave svista

Pubblicato il 29 Ottobre, 2020 Comunicazioni

Decreto RISTORI – Abbiamo iniziato lo studio del provvedimento ma già, leggendo i codici Ateco, ABBIAMO RIVISTO L’INCOMPETENZA CHE CI CIRCONDA.

Il codice ateco 56.10.20 cioè delle attività di ristorazione tipo: preparazione di pasti da portar via “take-away”, attività degli esercizi di rosticcerie, friggitorie, pizzerie a taglio eccetera che non dispongono di posti a sedere. Per la gran parte artigiane, non sono ricomprese fra i benefici previsti dal decreto ristori. Anche questo decreto, quindi, conferma l’impostazione che questo governo ha dato fin dal primo DPCM, ovvero: in caso di RESTRIZIONI, si parla di RISTORAZIONE. In caso di BENEFICI, si parla o di PUBBLICI ESERCIZI ( vedi TOSAP), o per CODICI ATECO ( vedi BONUS RISTORAZIONE).

Vorremmo essere chiari su questo aspetto pur comprendendo che è un ragionamento “difficile”, NON PER NOI OVVIAMENTE.

Se si obbliga tutto un settore al rispetto di misure restrittive, che limitano la libertà di impresa, perché la TUTELA DELLA SALUTE è il bene assoluto, cosa giusta e sacrosanta prevista all’art.16 dalla nostra Costituzione.

Altrettanto però quando si EMANANO PROVVEDIMENTI A SOSTEGNO DI UNA CATEGORIA, colpita dalle misure restrittive, IL BENEFICIO DEVE ESSERE PER TUTTI.

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